Una storia di amicizia può essere una notizia? Forse no, specie in una società contemporanea poco attenta ai valori dell’integrazione, della solidarietà e sempre più espressione di una cultura della “non relazione” o della “paura di entrare in relazione”.
O forse sì, se ai valori umani si dà importanza. E se “la notizia” può essere uno spunto su cui riflettere. La cornice della storia è il Comparto Semiresidenziale di Villa dei Fiori e le protagoniste sono due nostre ragazze a cui daremo nomi di fantasia, un po’ fiabesca: Annalisa ed Erica. Le due ragazze condividono la quotidianità dei nostri setting riabilitativi, partecipano ai laboratori occupazionali, impegnandosi in molteplici attività e compiti di riabilitazione. Accrescono le loro abilità del fare, si misurano con piccoli e grandi obiettivi che scandiscono soddisfazioni, traguardi, resi più forti dalla condivisione e dal rinforzo reciproco. In questi contesti si costruisce una sana appartenenza che non mortifica l’autonomia e l’individualità ma la sprona, la incoraggia. Il Centro, come Annalisa ed Erica amano chiamare Villa dei Fiori, diventa il nucleo di un mondo di relazioni, di emozioni, sapientemente coltivate ed incanalate. Qui Annalisa ed Erica hanno consolidato il loro rapporto, prima di alleanza, di coesione, poi di reciprocità affettiva.
Il Centro è stato, per loro, il luogo di opportunità in cui scoprire le proprie reciproche emozioni, come ad esempio nel setting del Cineforum, e poi riconoscerle ed estenderle in altri ambiti. Fino a quel giorno in cui hanno sentito l’esigenza di incontrarsi anche fuori dal Centro, in altri luoghi e tempi, e così hanno “scoperto” di essere diventate amiche. Hanno suggellato una bella emozione, una consapevolezza che ha coinvolto anche tutti i componenti dell’equipe, chiamati a fare “da ponte” con le famiglie per esaudire il desiderio di Annalisa ed Erica: trascorrere una domenica insieme.
Lo scopo da sempre perseguito dall’equipe riabilitativa è quello di tradurre in vita reale l’out-come riabilitativo, restituendo ai nostri ragazzi benessere e qualità di vita. La richiesta di trascorrere una domenica insieme nelle rispettive abitazioni, condividere il pranzo domenicale, un pomeriggio festivo è la concretizzazione di ciò che viene definito “reinserimento sociale”. Questa storia assimila l’esperienza di vita di Annalisa ed Erica a quella di tante altre ragazze che condividono momenti di socialità, di confidenze e complicità. Un modello di normalità che rende attuale quanto diceva Cicerone nel De Amicitia: “l’amicizia migliora la felicità e abbatte l’infelicità, col raddoppiare della nostra gioia e col dividere il nostro dolore”.
L’Equipe Riabilitativa